
Il Piccolo Guerriero
By silvia

25 Mar, 2024

Marco era un bambino unico nel suo genere. Mentre i suoi coetanei sognavano di diventare astronauti o medici, lui aveva un sogno diverso. Voleva diventare un soldato cattivo, qualcosa che lasciava tutti perplessi.

Mamma e papà cercavano di spiegargli che essere un soldato cattivo non era una cosa buona. Ma Marco restava fermo sulle sue idee. Credeva che essere un soldato cattivo significasse essere forte e temuto.

Un giorno, mentre giocava nel parco, vide un piccolo uccellino caduto dal nido. Senza pensare due volte, Marco si precipitò ad aiutarlo.

Dopo averlo soccorso, Marco si rese conto di quanto fosse bello aiutare gli altri. Iniziò a riflettere sul suo desiderio di diventare un soldato cattivo. Forse non era la scelta giusta.

Decise di parlarne con i suoi genitori. Dopo un lungo discorso, Marco ammise che voleva ancora essere un soldato, ma non un soldato cattivo. Voleva essere un soldato buono, che aiutava gli altri.

I suoi genitori lo abbracciarono fieri. Marco aveva capito una lezione importante. Non è la paura che ci rende forti, ma la capacità di aiutare gli altri e di mostrare gentilezza.

Marco iniziò a sognare di diventare un soldato che salvava le persone, che proteggeva i deboli e che portava la pace. Un soldato che non faceva paura, ma che infondeva coraggio.

Da quel giorno, Marco non fu più lo stesso. I suoi giochi cambiati, i suoi sogni cambiati. Non voleva più essere un soldato cattivo, ma un soldato buono. Un vero eroe.

Marco aveva capito che la forza non si misura con la paura che si infonde negli altri, ma con la gentilezza e l'aiuto che si può dare. Un vero soldato non è cattivo, ma buono.

E così, il piccolo Marco, con il suo grande cuore e il suo coraggio, continuò a sognare. Ma ora i suoi sogni erano pieni di gentilezza e di amore, non di paura e di forza.