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    La Lavanda dei Piedi: Il Giovedì Santo

    Le volte della chiesa risuonano di sussurri sommessi e passi leggeri. I ceri ardono con fiamme tremolanti, proiettando ombre lunghe sulle pareti di pietra. Un’atmosfera di solenne attesa avvolge tutti, mentre il sacerdote si prepara dietro l’altare, indossando la stola bianca del Giovedì Santo.
    Il silenzio si fa ancora più profondo quando il sacerdote si inginocchia davanti ai dodici fedeli scelti per la lavanda. Le mani tremano leggermente mentre versa l’acqua nel catino, il rumore limpido rompe la quiete. Gli occhi di tutti sono puntati sulle mani del celebrante, che si prepara a compiere il gesto antico.
    Il suono dell’acqua che scorre accompagna il movimento lento delle mani che detergono e asciugano. Ogni volto riflette emozione: qualcuno abbassa gli occhi, altri trattengono le lacrime. Il gesto semplice, carico di significato, trasmette un senso di fraternità e servizio che avvolge l’intera assemblea.
    Le voci si uniscono in un canto antico, riempiendo la chiesa di armonia. Il sacerdote rimane inginocchiato per un istante, con le mani giunte e il capo chino. In quell’attimo di raccoglimento, sembra che il tempo si fermi, e la presenza di qualcosa di sacro si percepisce nell’aria.
    Uno dei fedeli, la voce rotta dall’emozione, sussurra: "Non dimenticherò mai la semplicità e la forza di questo rito. Sento davvero di far parte di una famiglia." Vicino, una donna stringe la mano di sua figlia, che osserva rapita, e le dice piano: "È così che Gesù ci ha insegnato ad amarci."
    I fedeli escono in silenzio, portando nel cuore il ricordo della lavanda dei piedi. Il sacerdote rimane solo per qualche istante, raccogliendo brocca e catino, il volto sereno e colmo di pace. Fuori, la notte si apre su un nuovo inizio, mentre la comunità si prepara a vivere il mistero della Pasqua.